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Il dimagrimento intossica l’organismo?

Una recente indagine indica che il 30% della popolazione italiana è in sovrappeso a causa di cattiva alimentazione caratterizzata da un eccesso di cibi iper calorici e scarsa attività fisica a cui si preferiscono svaghi di natura sedentaria. Il sovrappeso è causa di una serie di problemi a livello fisico e psicologico che si ripercuotono negativamente anche sulla qualità della vita.

I principali problemi associati a sovrappeso e obesità sono:

  • Diabete
  • Problemi cardiocircolatori
  • Ipertensione
  • Osteoartrosi
  • Problemi sociali e psicologici

È quindi fondamentale in caso di obesità o sovrappeso che non dipendono da una specifica patologia fare prevenzione finalizzata al dimagrimento che si può raggiungere adottando un regime alimentare bilanciato e praticando un’attività fisica regolare e adeguata al proprio stato di salute. 

Dimagrimento e sostanze tossiche
Come abbiamo visto un calo ponderale ha innumerevoli benefici nei casi di sovrappeso e obesità ma porta con sé anche un pericolo per la salute. Diversi studi hanno dimostrato come la perdita di peso dopo una dieta ipocalorica determini un aumento delle concentrazioni plasmatiche di sostanze tossiche. Molti inquinanti ambientali, come ad esempio la diossina il DDT e i suoi prodotti di degradazione, l’esaclorobenzene, i policlorobifenili e svariati altri inquinanti organici persistenti (denominati POPs), sono molecole lipofile, il che significa che sono affini ai lipidi (grassi) e capaci di sciogliersi in essi. 

Una volta introdotte nel corpo umano, queste sostanze vengono metabolizzate con estrema difficoltà. Di conseguenza gli inquinanti tendono ad accumularsi nel nostro organismo, depositandosi preferenzialmente nel tessuto adiposo. Pertanto, nel momento in cui si ha un dimagrimento, insieme agli acidi grassi stipati nel tessuto adiposo sotto forma di trigliceridi, viene liberata anche la quantità di inquinanti stoccata negli adipociti.

Il discorso può essere visto anche al contrario, nel senso che uno degli effetti negativi dell’obesità è quello di far aumentare il deposito di inquinanti organici persistenti nell’organismo data la presenza di una maggiore quantità di grasso. Sebbene l’abbondanza di tessuto adiposo sia protettiva in caso di intossicazione acuta da POPs, allo stesso tempo conservando a lungo le sostanze nell’organismo, contribuisce ad aumentarne la tossicità cronica. Non a caso, studi recenti suggeriscono come questi inquinanti siano correlati alle disfunzioni metaboliche associate all’obesità attivando un fenotipo infiammatorio nel tessuto adiposo. 

L’eventuale rilascio di sostanze tossiche nell’organismo durante il dimagrimento non deve essere una scusante per evitare di dimagrire, la questione andrebbe intesa piuttosto come un motivo in più per non aumentare di peso.

L’importanza dell’attività fisica per i problemi di obesità
Uno dei meccanismi chiave che determinano lo sviluppo delle complicanze dell’obesità è la reazione infiammatoria che avviene a livello del tessuto adiposo.  All’origine dell’infiammazione c’è un enorme incremento di volume delle cellule adipose che si riempiono di lipidi. Dato che i capillari non riescono ad apportare sufficiente ossigeno per sostenere la crescita smisurata del tessuto adiposo, le cellule cominciano a soffrire di ipossia (mancanza di ossigeno) e a secernere sostanze che favoriscono l’insorgere dell’infiammazione. A loro volta queste sostanze richiamano le cellule immunitarie che fagocitano le cellule adipose morenti, promuovendo e amplificando ancora di più lo stato infiammatorio che non è altro che un meccanismo di difesa del nostro organismo a scopo protettivo.

Una soluzione per proteggersi dalle complicanze dell’obesità è aumentare la vascolarizzazione del tessuto adiposo: una maggiore quantità di capillari e di sangue a disposizione del tessuto adiposo aumenta l’apporto di ossigeno per le cellule attenuando così anche la risposta infiammatoria dell’organismo.

Da tempo è stato dimostrato come l’esercizio fisico sia in grado di promuovere la formazione di nuovi vasi sanguigni (angiogenesi) e recentemente si è riscontrato che questa attività di capillarizzazione dipendente dall’attività fisica avviene anche a livello del tessuto adiposo, aumentando:

  • il numero di capillari
  • l’espressione genica dei fattori di crescita endoteliali e dei loro recettori;
  • la quantità di sangue che effettivamente perfonde il tessuto adiposo. 


Ridurre il grasso per la salute del cuore e degli organi interni
Il tessuto adiposo del corpo umano può essere suddiviso in due tipologie:

  • tessuto adiposo sottocutaneo: presente nello strato più profondo della pelle
  • tessuto adiposo viscerale: localizzato nello spazio tra i visceri, cioè attorno agli organi interni come fegato, intestino e reni

Esiste poi anche il grasso epicardico, un particolare tipo di tessuto adiposo viscerale che ricopre il cuore e le coronarie. In condizioni normali costituisce circa il 20% del peso totale dell’organo ed è fondamentale per il buon funzionamento cardiaco dato che gli acidi grassi sono la sua fonte energetica e il tessuto adiposo è una preziosa riserva di energia locale.

Eventuali problemi possono insorgere quando il grasso epicardico aumenta troppo rispetto alla norma, una condizione che si presenta spesso nei soggetti obesi. Essendo un tipo di grasso viscerale, la sua quantità è elevata soprattutto nelle persone che presentano un’obesità di tipo androide (fisico a mela) che sappiamo essere quella più pericolosa per la salute.

Al pari dell’altra tipologia di grasso viscerale, l’ipertrofia delle cellule adipose epicardiche aumenta la sintesi di molecole pro-infiammatorie che agiscono negativamente sia a livello locale che sistemico. Alti livelli di tessuto adiposo viscerale si associano, per esempio, ad alte concentrazioni di LDL (colesterolo cattivo), all’aterosclerosi, all’insulino-resistenza e all’aumento dei valori della  pressione arteriosa.

Fortunatamente il grasso epicardico diminuisce con il dimagrimento riducendo il proprio volume in caso di perdita di peso generalizzata.

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Fonte immagine: thedailybeast.com